RIMINI - Un’ospite speciale alla decima edizione della Maratona del Vino Città di San Clemente. Alla 21 km firmata Golden Club Rimini International parteciperà anche la podista friulana Silvia Furlani, 58 primavere e tanta grinta, che la mattina della gara, il 20 ottobre, indosserà scarpini e pettorale e metterà un piede dietro l’altro verso il traguardo. Solo che lei partirà prima, alle sei e mezza del mattino assieme ad un podista accompagnatore, il veterano Giovanni Tamburini, perché per una “mezza” le occorrono almeno sei ore. Furlani infatti, che a 26 anni si è scoperta maratoneta di talento capace di fermare il cronometro a neanche tre ore e mezzo (dopo appena tre gare sulla distanza regina), da quasi trenta convive con la sclerosi multipla. Come se la vita avesse voluto farle prima un dono e poi un danno, fra i più terribili. Silvia ha però trovato la forza di reagire, sfoderando un’energia e una voglia di vivere ma soprattutto continuando a fare sport, correndo in montagna come in pianura e portando in giro il suo messaggio: non chiudersi in casa su un divano o un letto, non fermarsi, ma uscire, muoversi, fare sport condividendo emozioni positive. E per una tipa tosta come lei, che ha viaggiato in Italia e all’esterno, non poteva mancare una tappa riminese, quella appunto di San Clemente, ospite del team riminese per la distanza più lunga delle quattro in programma e per il terzo tempo. Perché la Romagna è terra di podisti amatoriali e alla fine sarebbe stato difficile non venire a sgambare anche qua, anche quando si ha bisogno di più ore degli altri, iniziando prima e finendo inevitabilmente, gloriosamente ultime.
 
“Ho già gareggiato in Romagna a Cervia, una città che ho nel cuore - ha esordito Silvia - e dove ho un caro amico fotografo, Mauro, che anni fa si è fatto più di seicento chilometri per venire a cercarmi quando mi persi ad una gara a tappe nel deserto della Libia. Esperienza estrema? Forse, ma ci sono tornata nel 2002 per vedere l’eclissi totale, correndo una maratona sopra un vulcano. Mi son presa tante soddisfazioni grazie allo sport che è la mia vita, ci credo troppo”.
Silvia è un fiume di parole, che dipanano esperienze ed emozioni, ma anche regole di vita che fanno riflettere. “Non tutti possono vincere - ha continuato - nelle corse io parto prima, ci metto di più e arrivo ultima ma posso portare la mia testimonianza, far vedere quel che sono, senza bisogno di pietismi, e che se si ha voglia di lottare si sconfigge tutto. Neanche prendo farmaci, non ne voglio. Solo forza di volontà, che non ha controindicazioni. E se cado, mi rialzo”.
 
La mezza di San Clemente sarà la ventitreesima del 2019 di Silvia, che ha recentemente corso anche quella di Udine. “Poi Palmanova - ha continuato - e poi la 24 ore di Telethon. Ormai ho elaborato la mia malattia e la mia campagna è questa: partire, camminare per sei o anche ventiquattro, portando la mia visibilità di una che corre e “rompe la scatole”. Non mi faccio mancare niente, sono caparbia, anzi, non caparbia: sono una persona che ama la vita e dice che finché il cuore batte bisogna prenderne il massimo. Poi tutti abbiamo problematiche, ma io dico stacchiamoci da queste e reagiamo, il tempo ci sfugge dalle mani e non va sprecato. Non sono una da briglia, non sono mai stata ferma. Stare in casa? Ho altro da fare. Amo la natura, gli spazi aperti, ho bisogno di viaggiare, fare sciocchezze. Ancora non so cosa farò da grande. Ho quasi sessanta anni, ma quello è solo un numero. Bisogna interagire, a qualsiasi età, mettersi in gioco, dare e ricevere affetto, stare assieme con lo sport”.
Silvia ha anche una figlia di 22 anni, alla quale lascia la massima libertà di decidere cosa fare della sua vita. “Ho già fatto la mia parte con lei - spiega - deve viversi ogni momento. Mai rimanere con punti sospesi, perché queste cose fanno stare male col tempo e non abbiamo tante vite a disposizione. Per lei voglio la massima serenità”.
Non ci sono state sempre porte e braccia aperte per Furlani, anzi. “Anche ora qualche porta me la chiudono - ha detto - per motivi di sicurezza dicono. Alla Staffetta Tre Rifugi, una corsa in montagna, avevo fatto la mia gara, ero arrivata in salita, tutto bene; ma quest’anno no, non me l’hanno fatta rifare. Mi son talmente arrabbiata da aver fatto il percorso da sola, il giorno prima, mandando il video della mia scalata all’organizzatore. C’è ancora tanto da lavorare, c’è ancora tanta strada nel superare i pregiudizi o peggio qualche pietismo ma sono quel che sono, tutto qui. E quando mi si accetta così spontaneamente come ha fatto il Golden Club Rimini International, mi si apre il cuore. E chi mi ferma mi fa diventare più forte”.
Un onore e un piacere quindi per la podista friulana partecipare alla Maratona del Vino San Clemente, ricambiata totalmente dal Golden Club Rimini International. “Siamo ben felici di ospitare Silvia e diffondere il suo messaggio e la sua storia - ha detto il presidente e allenatore Gionni Schiaratura - come di affiancarle come angelo custode il nostro Giovanni Tamburini. Cerchiamo da sempre di essere il più inclusivi possibile. Siamo in partnership con Aido e Unicef (che daranno un premio speciale al primo atleta che attraverserà il castello di San Clemente), abbiamo tesserati alcuni atleti disabili che si allenano regolarmente, molti di noi sono maratoneti spingitori e siamo felici di aver ospitato e seguito alla 100km di Rimini il podista impoverente Christian Sighel, primo a percorrere questa distanza col solo ausilio vocale. Questa decima edizione della Maratona del Vino vedrà anche un team di oltre cinquanta persone da Modena e chissà che non avremo amici dall’estero come per la Guarda Rimini, dove parteciparono anche alcune conoscenti sudafricane. E dall’anno prossimo, questa 21k sarà inclusa nel calendario delle competitive di Romagna”.
 
By Benedetta Testini

 

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